La storia del Papillon, accessorio evergreen di ogni epoca, simbolo dell’eleganza maschile (e non solo)
Alcune teorie fanno risalire l’origine della
storia del papillon all’antico Egitto ma sembra comparire realmente per la prima volta nel
XVII secolo, durante la
guerra dei Trent’anni, quando i
mercenari croati indossavano un fiocco intorno al collo per legare la camicia.
Ispirati da questo metodo i
nobili francesi iniziano ad indossare la
cravate (dal termine
hrvat, ovvero “croato”) e pian piano tutti i nobili uomini europei indossavano un
papillon.
Nel corso dei successivi due secoli, il papillon si trasforma in un
accessorio di moda d’eccellenza e di raffinatezza. Diventato ben presto popolare come accessorio di moda a tal punto che nel 1830
Honorè de Balzac nel suo saggio
Il Trattato della vita elegante dà qualche consiglio sulla
cravatta a farfalla e su come indossarla; ma è
Abraham Lincoln a rendere il papillon un
simbolo del XIX secolo e nel 1886 debutta al
Toxedo Club diventando espressione di sofisticata eleganza.

Grazie a
Puccini e alla sua
Madame Butterfly, nel 1904, la parola papillon entra ufficialmente nel
vocabolario italiano. Ovviamente fino a quel momento è simbolo di nobiltà e il
classico papillon di seta nero si indossa per le
occasioni esclusive. In Italia è diventato ben presto un simbolo attribuito ai
futuristi, comunisti, anarchici e rivoluzionari in genere, tanto è che il censore fascista
Leopoldo Zurlo ne bandì l’uso perché considerato un accessorio troppo ribelle.
Nella prima metà del
Novecento però diventa un simbolo grazie a Sir
Winston Churchill con la sua immancabile “farfalla” nera a pois bianchi.
Col tempo il
papillon si è consolidato come
simbolo di eleganza ma è anche diventato un accessorio alla
moda, non soltanto per abiti eleganti ma anche per
outfit più
casual.
Potterfly si propone di re-interpretare la classicità di questo
must have, le linee sinuose e le trame ricercate si abbinano perfettamente ad ogni occasione.
